“Qualche anno fa ho iniziato a inviare fotografie in cui ero ritratto in una sdraio, sulla spiaggia, a occhi chiusi, mentre mi crogiolavo al sole. Le avevo fatte stampare su cartoline postali, con la dicitura: - Questo sono io mentre lavoro -.
Era un messaggio ironico, naturalmente, ma in realtà è il modo in cui uno scrittore effettua una parte del suo lavoro più importante”. Lo stralcio virgolettato qui sopra non è farina del mio sacco, è tratto da “A volte la magia funziona”, una sorta di manuale biografico scritto da Terry Brooks. Se mi segui da tempo, in rete o fuori dalla stessa, conosci il mio particolare rapporto con l’autore statunitense nato a Sterling sotto il mio stesso segno zodiacale (i maligni potranno dire che è la sola cosa ad accomunarmi a lui).
Mi sono avvicinato alla sua scrittura, come molti altri, grazie al successo mondiale del suo romanzo d’esordio “La spada di Shannara”, un fantasy che ha caratterizzato una buona parte della produzione dell’autore per una carriera che prosegue da oltre trentacinque anni. Se mi segui sai anche che non amo il fantasy. Non mi appassiona e la maggior parte delle volte mi spinge allo sbadiglio (non me ne vogliano gli amanti del genere ma, come si dice, De gustibus non est disputandum). Nonostante questo “segreto di pulcinella”, va precisato che di Terry Brooks ho acquistato e letto tutto, compreso il manuale citato (e continuerò a farlo). Sono quindi una perfetta contraddizione vivente? certo, sapessi quanti altri difetti posso vantare di avere! La realtà è che ognuno di noi ha il suo padre putativo o mentore - che dir si voglia -. Una persona che lo ha avvicinato a un mestiere, a una passione, dandogli una serie di insegnamenti molto importanti ai fini della propria formazione. Sia in termini di valori che di tecnica vera e propria. Non sempre si ha la fortuna di poter assimilarli direttamente. Talvolta, specie nei casi specifici in cui il contatto diretto è difficile o impossibile, ciò avviene attraverso l’operato del padre putativo. Prendiamo, per quanto riguarda l’intrattenimento, il genere western; appartieni a quella schiera di persone insofferenti ai films americani degli anni cinquanta, dove gli indiani erano sempre e soltanto cattivi, e gli eroi erano i cowboys alla John Wayne? però forse hai visto “Balla coi lupi” e forse ti è persino piaciuto. Ecco servita una bella contraddizione.
Da quando scrivo cerco sempre di seguire questa strada. Sarebbe troppo semplice parlare di quello che ami. E sarebbe altrettanto pericoloso; rischierei di perdere obiettività, di decantare argomenti oltre il lecito. Molto meglio indagare, comprendere a fondo gli aspetti e le motivazioni. Se ci riesco sono certo di avere qualcosa da dire, di parlare almeno di una esperienza o di una sofferenza precisa. Ovviamente occorre parlare anche di quello che amo, di trasmettere a chi ascolta qualcosa in grado di farmi davvero brillare gli occhi. Affinchè ci sia una ricerca di equilibrio continua, per non rischiare di cadere da una parte oppure dall’altra. Per ricordare che ogni cosa è sempre messa in gioco; dall’altra parte c’è un lettore esigente e attento, capace di vedere ogni tua oscillazione di fronte al primo colpo di vento. Terry Brooks conclude: “Fate in modo che il tempo per sognare sia il perno della vostra esperienza di scrittura. Cominciate adesso. Posate questo libro. Trovate una sdraio, stendetevi e chiudete gli occhi. Lasciate vagare la mente. Andate in qualche luogo dove non siete mai stati, poi tornate indietro e raccontateci tutto.”
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2 commenti:
Wow!! un post bellissimo! Tocca diversi punti su cui argomentare e tutti interessanti. In questo momento mi sto recando al lavoro però mi è venuta in mente un pensiero di Daverio, un'introduzione di un libro:"
La curiosità sarà anche un difetto e l'ozio un vizio, ma i due elementi, combinati insieme, sono un utile strumento di sopravvivenza. ..La curiosità accomuna gli uomini ai gatti e alle scimmie.L'ozio li imparenta ai ghiri e alle lucertole al sole. Ma pure la curiosità primo motore della ricerca scientifica e l'ozio condizione necessaria alla prima elaborazione del pensiero filosofico."
@alessandra
Grazie per il tuo intervento e per il "bellissimo".
:)
Ho pubblicato la mia personale interpretazione nei confronti della scrittura, che non pretende di essere estesa a qualsiasi scrittore o autore, ma è anche un atto di affetto profondo e rinnovato verso le preziose lezioni di Terry Brooks.
Sto studiando, in questo periodo, alcune culture degli indiani d'America ed è soprendente la vicinanza con la cultura orientale giapponese dove, il movimento, è probabilmente la fonte principale del sapere, delle tradizioni e dell'arte. In un certo senso il pensiero è accomunabile a quello da te proposto.
L'augurio per una serena giornata lavorativa a te.
:)
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