Quando a metà di questa giornata ho appreso la notizia in un breve primo comunicato televisivo, sono rimasto, come immagino molti altri con me, senza parole. Sergio Bonelli ha rappresentato l'immaginario collettivo di intere generazioni di lettori. Se pensiamo che il suo Zagor ha compiuto da poco i cinquant'anni di presenza ininterrotta in edicola, i conti son presto fatti. Sergio Bonelli, che ha raccolto l'eredità editoriale del padre, sarà ricordato oltre che per aver condotto con successo le redini del colosso fumettistico milanese, anche per aver creato e scritto a lungo, in prima persona, il già citato Zagor e il pressochè autobiografico Mister No. Io seguo da anni il primo, che è stato il mio primo acquisto in età fanciullesca, ed ho seguito con ancor più affetto il secondo; personaggi tanto diversi quanto simili, nella loro straordinaria carica di umanità. Si dice che, in quanto si scrive, trapela una gran parte di noi, di ciò che siamo e pensiamo. E, da questo punto di vista, non può che essere così; lo testimonia il rapporto instaurato da Sergio con i suoi lettori. Si prendeva il carico, caso più unico che raro nel mondo dell'editoria, di rispondere personalmente con carta e penna a quanti desideravano corrispondere con lui.
Ho avuto anche io questo privilegio, quache anno fa, ai tempi della pubblicazione periodica del pilota amazzonico Mister No. Sergio mi rispose con la consueta franchezza e cortesia; tratti caratteristici che lo facevano apparire non come un personaggio chiuso nei meandri di un importante impero fumettistico, ma come una persona alla mano. Un amico a cui scrivere e parlare delle passioni comuni; il fumetto. Quei personaggi la cui passione condivideva con i suoi lettori. Perchè, prima di essere un editore, prima di essere uno degli sceneggiatori italiani più amati con lo pseudonimo di Guido Nolitta, Sergio Bonelli era questo; una persona che amava quello che faceva, una persona che amava il fumetto.
Grazie, amico Sergio.
1 commento:
Grazie, si. Molte persone e diverse generazioni gli debbono più di quanto ci si possa davvero immaginare.
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