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giovedì 5 settembre 2013

Cora bacia tutti

Possiamo girarci intorno quanto vuoi ma, parlando di libri, esiste una categoria specifica, forse persino più di ogni altra, che ha un forte appeal sui lettori; la letteratura erotica. Il problema semmai sorge quando cominciamo a tentare dei distinguo tra i due sotto generi che la compongono; erotismo e pornografia. L’eros dovrebbe definire la conoscenza e la passione - senza per questo alludere all’atto sessuale vero e proprio -, mentre la pornografia dovrebbe descrivere (mostrare) la meccanica del sesso. Messa così parrebbe un divisorio semplice e fattibile, racchiuso dentro dei funzionali compartimenti stagni in cui ogni specifico argomento viene trattato con la giusta misura. Non è così. Scrivere è una delle arti più affascinanti (almeno per me) esistenti e, al tempo stesso, una delle più complicate. 

Non ho bisogno, immagino, di rammentarti i titoli pubblicati negli ultimi anni, etichettati come capolavori di “narrativa erotica” e bollati successivamente, dalla critica e dallo stesso pubblico pentito, di pornografia nuda e cruda. Intendiamoci: la pornografia va rispettata, quanto qualsiasi altro genere letterario; l’arte della scrittura deve rappresentare il mondo in cui vive, fantasioso e reale. Però non a scapito dell’onestà; se pubblichi pornografia, dillo. Rispetta i lettori e i lettori rispetteranno te. Certo; leggere capostipiti quali Histoire d'O o Le età di Lulù, purtroppo per gli appassionati, è merce rara. L’eros è argomento difficile, in cui occorre saper miscelare il giusto equilibrio di pathos e atto sessuale. Potevo esimermi da questa sfida? Nel 2011, sopra il mio laboratorio di scrittura, indispensabile palestra su cui sperimento svariati generi, ho cominciato la pubblicazione di Cora. Per quanto - nel mio immaginario, per i personaggi, penso sempre a connotati fisici reali - le abbia attribuito le fattezze di Jennifer Love Hewitt - tra le attrici che particolarmente prediligo dal punto di vista puramente estetico -, non sono riuscito ad apprezzarla. 
Il risultato mi ha lasciato perplesso e poco coinvolto. Al mio mancato apprezzamento ha probabilmente contribuito il feedback di una parte dei lettori, anch’essi rimasti tiepidi. Un esperimento fallito quindi? 
No. Rispetto ad altre serie Cora aveva semplicemente bisogno di un rodaggio maggiore, di una supplementare iniezione di fiducia. Va detto: se la riuscita di uno scritto si dimostra ostica, non mi arrendo; mi rimbocco le maniche e ci lavoro su con impegno e vigore. Conclusa la prima stagione - composta come molte altre serie da una singola cartella di duemila battute, per ogni episodio - con i primi sette appuntamenti, ho continuato a preparare il materiale di una ipotetica seconda stagione. Sentivo, realizzandola, gli angoli divenire meno spigolosi, la superficie amalgamarsi piacevolmente. Sapevo, insomma, a prescindere da quello che sarebbe stato il riscontro dei lettori, di aver ottenuto un risultato più convincente e intrigante, rispetto all’esordio. La sorpresa, semmai, è stata l’accoglienza riservatale sin dal debutto della seconda stagione; commenti entusiastici, partecipazione emozionale, preferenza assoluta rispetto ad altre serie. I nuovi sette appuntamenti, quindi, non hanno convinto soltanto me, ma han saputo dimostrare di come, una novità, abbia persino un effetto retroattivo su chi legge. Cora si è presa la sua rivincita nel migliore dei modi; dimostrando di non averne avuto bisogno. Così, muovendosi tra ipocrisia e umorismo, tra sesso in vendita e carattere indipendente, “Cora bacia tutti” - parafrasando un film di Giovanni Veronesi, con la turbolenta Asia Argento -. Ti invito se già non lo hai fatto a provare subito i suoi baci, in bilico tra eros e pornografia, tra umorismo e femminilità, la trovi QUI, all’indirizzo del mio laboratorio.
Fammi conoscere le tue opinioni lasciandomi un commento.

2 commenti:

Unknown ha detto...

Secondo me, infatti, nella scrittura eros e pornografia non possono essere divisi e separati così nettamente e credo che l'uno non dovrebbe per forza escludere l'altro, giacché ne risentirebbe direttamente l'atto creativo.

Alberto Camerra ha detto...

@Tammy Key

La scrittura andrebbe vista come una preziosa ricetta di cucina; la buona riuscita - o meno - dipende dal giusto equilibrio tra gli ingredienti. Poi, naturalmente, per impreziosire qualsiasi buon piatto occorre una manciata di spezie.
Grazie per il tuo intervento.
:)