Un autore indipendente – che si differenzia dallo scrittore proprio per la sua narrativa non riconosciuta da un editore classico – deve invece barcamenarsi, spesso, in molteplici impegni per riuscire a sbarcare il lunario. Il peggio è quando la scrittura rappresenta soltanto un’attività a margine, perché non sufficientemente remunerativa per garantire il pane quotidiano. In quest’ultimo caso, l’autore può anche comportarsi da vero stacanovista ma, troppo spesso, la sua narrativa è ritagliata da momenti sporadici della giornata, della settimana, o del mese.
Da febbraio a maggio, Sofia di Spannaci – paesino immaginario situato sui monti Madonie e in prossimità di Enna, nel cuore della Sicilia – ha dato sfoggio delle sue abilità dialettiche e di una invidiabile capacità nell’affrontare, con astuzia, le situazioni più complicate figlie di un tessuto sociale caratteristico e problematico. I brevi racconti della prima stagione sono sette, più una prefazione. Tengo particolarmente a Belladonna perché si tratta di uno dei miei lavori più recenti, una novità assoluta per il blog. Nel corso del 2017, per la precisione nella seconda metà dell’anno, ho in programma anche un’altra novità destinata al laboratorio di scrittura, ma ci tornerò sopra al momento opportuno. Per ora, la soddisfazione di aver concluso questo ciclo di racconti brevi, offrendo attraverso essi il mio stile aggiornato, è davvero piacevole. Se il tempo disponibile lo permetterà, se il piccolo zoccolo duro di lettori mi seguirà, ho già in previsione una seconda stagione di questo nuovo personaggio, ipoteticamente programmata per l’anno venturo. Perché, al di là di tutto, una cosa è sicura: da Sofia Belladonna è molto difficile staccarsi.
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