Non ho mai amato ricordare i compleanni perché sono un fastidio senza capo né coda. Lo sono per la persona che compie gli anni e che si sente, inevitabilmente, più vecchia di dodici mesi e lo sono per chi deve fare gli auguri al diretto interessato, perché spesso è difficile capire se li gradisca o meno. Soprattutto quando l’età avanza. Quando la giovinezza lascia spazio alla maturità e, in seguito, alla vecchiaia. Nessuno vorrebbe invecchiare, ma rimanere giovani per sempre è un’utopia che un intervento estetico non potrà mai concretizzare. Occorre allora farsene una ragione, accettare e accettarsi: gli anni trascorrono per tutti, nessuno escluso. Stavolta tocca al mio lavoro più recente che, proprio in questi giorni, festeggia un anno dalla sua pubblicazione.
L’amore ferisce è uscito, in edizione digitale e cartacea, proprio a luglio del 2016: un libro ancora giovane ma già maturo per il mercato editoriale, abituato ad accogliere almeno quattrocento nuovi titoli ogni singolo giorno – stima ampiamente cresciuta nell’ultimo lustro, fino a raggiungere il milione di copie nell’arco del 2015 –. La tendenza è quella di un consumo repentino e a fiammata. Pochi best seller che vendono tantissimo nel volgere di poche settimane, altri che scompaiono rapidamente senza lasciare nessun segno.
A oggi, sono ancora un autore indipendente e, al pari di moltissimi autonomi fuori dai grossi marchi editoriali, conto su un esiguo numero di lettori.
L’amore ferisce ha tutte le caratteristiche per centrare un vasto bacino di acquirenti, una quantità sicuramente superiore al mio target abituale. Il genere romantico, e il New Adult, hanno una presa importante sulle lettrici italiane e straniere. È però raro, me ne sono reso conto a mie spese, che un lettore di sesso femminile conceda fiducia a un autore di sesso maschile. Esistono le eccezioni, certo, se osserviamo le vendite milionarie di recordman come Fabio Volo o Nicholas Sparks, ma la maggioranza delle pubblicazioni del genere rosa è scritta da autrici e non da autori. Ne ero cosciente, quando
L’amore ferisce stava prendendo forma nella mia testa, ma ero anche incoraggiato dai lusinghieri risultati ottenuti da
Caprice e il cavaliere che, seppure di genere fantasy, ricalca il romanticismo classico. Ora posso affermare che ho sbagliato a credere consolidate le basi raggiunte da Caprice, perché il libro con protagonista la escort Cora è un lavoro molto diverso. Lo si percepisce dalla copertina, dalla trama, dall’estratto, dall’atmosfera e, non ultimo, dal titolo. In definitiva, se vendi mille senza essere un autore affermato, le probabilità che gli stessi mille ti seguano solo per il tuo nome sopra una copertina sono davvero scarse.
A un anno di distanza dalla sua pubblicazione, L’amore ferisce resta un libro importante, un romanzo di formazione per un personaggio nato nel 2011 sul mio laboratorio di scrittura, un’eroina comune divenuta cardine di quel blog e titolare di ben cinque stagioni narrative, compresa la più recente in corso di pubblicazione online.
Cora è un personaggio negativo per una società benpensante e ipocrita come la nostra. Celebra le Bad Girl: ragazze trasgressive che seducono, si ubriacano, sono politicamente scorrette e disposte a imbrogliare il prossimo, pur di raggiungere il loro obiettivo. Sono ragazze dure come l’acciaio, che però non rinunciano alle sottili armi della femminilità. Spesso celano un passato tormentato, un’anima delusa sotto un lato oscuro alla superficie. Sanno amare e, a modo loro, possono essere più fedeli e leali di chi mostra una facciata di comodo. Perciò tanti auguri Cora, magari non sarai mai popolare come una Harley Quinn, ma hai l’indole libera e ribelle di Thelma & Louise.
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