Per ideare una storia dal punto zero esistono varie strade: ognuna di esse dovrebbe, almeno sulla carta, innescare la molla della creatività che spinge l’autore a concepirla. Non è raro, quando incontro delle persone interessate a questa mia attività, sentirmi dire che: anch’io sto pensando di scrivere un romanzo, ma devo mettermi dietro, appena ne ho il tempo. La mia considerazione personale è sempre la stessa: scrivere è un impegno gravoso. Certo, richiede, per prima cosa, del tempo disponibile ma è soltanto il primo fattore necessario di una lunga serie.
Alcuni scrittori si buttano, letteralmente, sulla stesura di un libro e procedono consumando le settimane, poi i mesi, a battere sopra la tastiera di un pc finché il manoscritto non è terminato.
Alcuni scrittori si buttano, letteralmente, sulla stesura di un libro e procedono consumando le settimane, poi i mesi, a battere sopra la tastiera di un pc finché il manoscritto non è terminato.
Per loro, l’opera di verifica inizia solo dopo: lo correggono, lo riscrivono, lo tagliano, lo ricuciono. Altri preparano dettagliate scalette, per le singole fasi del romanzo, comprensive delle schede di ogni personaggio che prende vita nel testo. E, per ogni scrittore che conoscerai, con ogni probabilità ti sentirai esporre un metodo differente, forse simile a un altro ma di sicuro personalizzato per la propria penna. Alla fine, la chiave di tutto, è questa: personalità. Il metodo x potrebbe non funzionare per l’autore y e il metodo dell’autore y difficilmente sarà apprezzato dall’autore x. Se consideri Stephen King e Terry Brooks, ad esempio, scoprirai che sono due scrittori dalle tecniche completamente differenti: il primo opera di getto, seguendo il corso dell’idea che si sviluppa durante il percorso, mentre il secondo opera attraverso schemi e scalette molto rigide, talmente dettagliate da rappresentare da soli una completa bozza di romanzo. Sarebbe ipocrita definire valido un metodo a discapito di un altro: occorre provarne diversi, finché non si comprende quale possa essere il migliore per le nostre necessità e per la creatività. L’unica soluzione è scrivere moltissimo, anche a costo di cestinare ogni singola pagina. Di pari passo, occorre tuffarsi a pieno ritmo nella lettura delle opere altrui: diffida da chi si ritiene il novello George R. R. Martin per aver scritto migliaia di pagine e aver letto un minuscolo pugno di autori. Il metodo stesso, una volta scelto, non deve rappresentare il tuo vincolo. Non siamo schemi, una tecnica utilizzata per un libro potrebbe non essere indispensabile per il secondo.
Who Chi?
What Cosa?
When Quando?
Where Dove?
Why Perché?
Ognuna di queste domande è importantissima, per comprendere se l’idea possiede i requisiti necessari a diventare storia. Tuttavia, in questa fase comincia a nascere anche lo stile: se attribuirai maggiore o minore importanza a un singolo quesito a svantaggio degli altri quattro, significa che stai già costruendo il tuo stile personale. Il mio parte dalla domanda numero quattro: Where Dove? E si concentra sul luogo. Quest’aspetto caratterizza la scelta del ritmo narrativo, le caratteristiche principali di ogni personaggio e influisce, in modo decisivo, su molti aspetti della trama.
Ricapitolando e nello specifico, per realizzare una storia occorre:
- L’idea: da catturare in un’immagine, in una melodia, in un profumo e/o in qualsiasi altro elemento capace di stimolare la creatività.
- Il metodo: la tecnica necessaria a imbrigliare l’idea e, attraverso un lavoro certosino di rigidi schemi, aperti però a ogni variazione, la capacità di strutturare l’idea in una composizione logica. In questo può aiutare la stesura di una trama/soggetto, insieme alla regola delle 5 W.
- La documentazione: raccogliere il materiale necessario per la stesura del testo. Sia online sia offline. Selezionare e individuare le fonti principali che daranno autorevolezza al manoscritto, individuare le fonti secondarie che potranno aiutare a incrementare lo sviluppo della trama.
- Il lavoro: la determinazione a ritagliarsi il tempo necessario da dedicare al metodo, per ampliare le scalette precedenti, sino a costruire il racconto o il romanzo. Suddividere il manoscritto in diversi blocchi separati può facilitare il compito e mostrare una differente visione d’insieme.
- L’umiltà: la convinzione che siamo artigiani e non artisti serve a concentrare gli sforzi e a rendere il lavoro continuo. La consapevolezza che niente è inattaccabile permette di svolgere i necessari tagli, la riscrittura, delle parti meno convincenti del manoscritto.
- La condivisione: mettere a disposizione del manoscritto - dopo lettura e rilettura personale, le necessarie correzioni – un editor o un supervisore che sia in grado di valutare, riesaminare e indicare il percorso più consono al miglioramento della propria opera.
Infografica © Alberto Camerra - Clicca sopra l'immagine per ingrandirla |
E, soprattutto, vuol dire amare la scrittura rendendosi disponibile a ogni sacrificio.
Fammi conoscere le tue opinioni lasciandomi un commento QUI.
7 commenti:
Molto bello questo tuo articolo, un articolo molto utile per chi si vuole dedicare, nel giusto modo, alla scrittura!
Buona serata.
silvia
@giardinointeriore
Sì, è frutto della mia esperienza di questi ultimi anni e raffigura la strada che intraprendo per ogni nuova avventura narrativa.
Felice che ti sia piaciuto.
Grazie a te per il tuo intervento.
:)
Ciao, Alberto. Il tuo articolo è molto utile e preciso. Tra tutto quello che illustri, in particolare, ho apprezzato l'importanza che dai all'immagine iniziale: è un'idea molto originale quella di partire da un pensiero grafico che dipingi in testa e da lì prendere spunto per la narrazione.
L'altro riferimento che ho apprezzato è quello relativo all'umiltà, caratteristica che oggi incontriamo sempre più difficilmente, soprattutto in ambito editoriale.
@Concetta D'Orazio
La parte grafica è molto importante, per quanto mi riguarda, vero Concetta.
Sarà perché mantengo una visione naïf della scrittura che, non lo scordo, è arrivata solo dopo le immagini, nella mia vita. Questo mi ha portato a sviluppare una narrazione di tipo dinamico, una "pellicola mentale", dove le sequenze vorticano una dopo l'altra, al pari di un film.
L'umiltà è indispensabile, oggi. Specie con il proliferare di penne pazze che, come sappiamo, non fanno proprio un gran bene all'editoria e, anzi, contribuiscono a danneggiare il lavoro di chi ci mette impegno e sacrificio. Nessuno "nasce imparato", come disse qualcuno molto famoso e trovare il giusto equilibrio è questione di artigianato. Non di arte. L'arte richiede estro, l'artigianato un lavoro continuo, pregno di cadute e delusioni ma che, con tanta dedizione, può portare a buoni risultati.
Grazie a te per il tuo intervento.
:)
Hai proprio ragione, scrivere è al contempo un lavoro di immaginazione e un'opera di impegno artigianale.
Ti ringrazio per aver illustrato le complicate e delicate fasi della scrittura di un romanzo.
@Concetta D'Orazio
Ci ho provato a descrivere le fasi necessarie alla scrittura di un romanzo e/o di un testo. Naturalmente, questa è la mia prospettiva che non ha la pretesa di essere assoluta: è un piccolo vademecum, utile per entrare nell'ordine di idee atto alla creazione di una pianificazione.
:)
Sei stato molto chiaro e questo è fondamentale.
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