La netiquette è un insieme di princìpi non scritti che suggerisce le migliori regole di comportamento per scrivere in rete. Definire queste norme galateo aiuta a comprenderne la finalità ma è, nel complesso, riduttivo. A differenza di un atteggiamento o di un dialogo nella vita reale, dove la memoria e il tempo consentono di superare gli eventuali errori, nella vita virtuale tutto rimane. È quasi impossibile cancellare cose che non vorremmo aver mai scritto, anche se piattaforme social e siti mettono a disposizione delle opzioni che consentono di farlo a livello superficiale. Ci sono strumenti e applicazioni in grado di recuperare le nostre tracce sul web, nonostante il tentativo, apparentemente riuscito, di eliminarle.
Ecco perché è consigliabile mantenere un comportamento sempre corretto e che non possa offrire il fianco a eventuali accuse future. Occorre ricordare che la rete è contenuto: le parole ti rappresentano, sono il tuo biglietto da visita, il tuo vestito della festa o dei giorni feriali.
Da questa considerazione possiamo perciò trarre gli accorgimenti principali e riassumerli in alcuni punti fondamentali per una buona convivenza online.
Da questa considerazione possiamo perciò trarre gli accorgimenti principali e riassumerli in alcuni punti fondamentali per una buona convivenza online.
- La scrittura è la prima cosa che qualsiasi altro utente vedrà di te. Prima di pubblicare qualsivoglia testo, pensiero, opinione o altro, rileggilo. Cerca di eliminare gli errori di battitura. Aiutati con un software come Word, che permette un controllo dell’ortografia e della grammatica, tra le sue funzioni.
- Non scrivere mai in maiuscolo. Scrivere in MAIUSCOLO, in rete, equivale a GRIDARE nella vita reale.
- Utilizza, dove possibile, le emoticon: le faccine che qualsiasi social mette a disposizione per alleggerire i toni di scrittura. Una parola può essere fraintesa ma se una faccina sorridente è messa accanto alla stessa, la possibilità di un’errata interpretazione del tuo pensiero sarà minore.
- Prima di esprimere un’opinione su di un testo altrui assicurati di averlo letto con attenzione: giudicare, a causa di una tua incompleta comprensione, può risultare offensivo.
- Se desideri taggare un utente, utilizzare un’immagine di altri, pubblicare una foto che include altre persone riconoscibili in essa, chiedine il consenso: divulgare materiale improprio equivale a prendersi meriti che non ti appartengono e a creare possibili contrasti.
Immagine dal Web by Alberto Camerra - Clicca sopra l'immagine per ingrandirla |
Scrivere bene è una forma di rispetto verso il lettore potenziale, esprimersi senza urlare significa non tentare di soverchiare il tuo interlocutore, utilizzare un’espressione sorridente come la faccina equivale a mostrare la tua disponibilità al dialogo ecc.
Sono norme semplici e dettate dal buon senso, di contro non è semplice rammentarle. Oggi navigare sul web è alla portata di chiunque, per merito dei telefonini e delle connessioni facilitate: ciò comporta una portata di comunicazione immensa. Pochi lustri fa, contattare un vip, lo scrittore o il regista cinematografico era pura utopia: adesso la rete ha messo in condizione di avvicinare, e talvolta persino dialogare, con personaggi altrimenti irraggiungibili. L’utente medio non ha però avuto la formazione educativa necessaria e pecca di attenzione. Spesso non si rende conto che le sue parole possono avere una reazione enorme, sia essa positiva ma anche negativa. L’utente medio si comporta come se la parola, tanto quanto avviene nella vita reale, avesse un peso relativo e passeggero. Purtroppo l’errore è questo: niente, nella rete, è transitorio. La rete si evolve quotidianamente ma i contenuti, dialoghi e immagini, rimangono per sempre.
Tra le tante opinioni e recensioni che ricevo sui miei libri, ad esempio, ho una percentuale, come logico, di pareri negativi – per fortuna numericamente molto inferiori a quelli positivi – che possono influenzare i potenziali lettori futuri. È il caso di una recensione scritta su Amazon e relativa a Esdy, il mio eBook in seconda edizione. L’utente, come legittimo, non promuove il libro ritenendolo “confuso, cervellotico e poco comprensibile” ma, nella sua recensione, analizza sommariamente azioni e personaggi che compaiono soltanto nella primissima parte dell’eBook, giudicandoli imperscrutabili. In sostanza, giudica l’intero lavoro soffermandosi a nemmeno il 20% e ignorando il resto dove ogni situazione viene chiarita. L’utente in questione ha reso un buon servizio al possibile lettore o all’autore dell’opera? No. Perché è stato superficiale, inesatto e incompleto. Non ha osservato alcuna netiquette, nemmeno nell’esprimere un sacrosanto giudizio negativo, sottovalutando il compito di un utente in rete: l’approfondimento e la valutazione complessiva di un testo.
Fammi conoscere le tue opinioni. Scrivile QUI.
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